venerdì 14 marzo 2008

Clementina Forleo sotto bombardamento

Per decisione del Pg di Cassazione, il Gip di Milano Clementina Forleo dovrà essere giudicata da parte del consiglio disciplinare del CSM. Questo è solo l’ultimo colpo in ordine cronologico assestato a colei che si è permessa di provare a fare luce sulle scalate bancarie, cercando di individuare eventuali corresponsabilità politiche ad altissimo livello. Quest’ultimo provvedimento è stato adottato nei confronti della Forleo contestandole di aver “esorbitato dalle motivazioni del provvedimento”, cioè secondo il procuratore Laudi che assisterà la Forleo durante il processo, “avrebbe anticipato una sorta di valutazioni di responsabilità di parlamentari che non erano iscritti nel registro degli indagati”.

In poche parole accade questo: grazie alla indescrivibile legge sulle intercettazioni attualmente in vigore in Italia, la legge Boato del 2003, il Gip che vuole utilizzare le intercettazioni telefoniche per indagare sulle attività dei parlamentari, deve prima chiedere il permesso agli stessi parlamentari.
Al di là del fatto che già questo appare surreale, ci si domanda: con quale motivazione il GIP di turno, su incarico della procura, potrebbe mai inoltrare la richiesta di permesso, se non ipotizzasse una qualche correità dell’intercettato in questione?
“Chiedo l’autorizzazione ad usare a fini giudiziari le seguenti vostre intercettazioni perché mi state antipatici“ avrebbe forse fatto meglio a scrivere la Forleo! Oppure magari: “Sono sicura che voi non c’entrate niente, ma così, giusto perché stasera mi girano, vi posso iscrivere nel registro degli indagati usando queste vostre discussioni intercettate?”
Questo meccanismo tipo cane che si morde la coda è stato evidentemente studiato apposta proprio per far fronte a casi come questi, da parte dell’ormai intoccabile Olimpo parlamentare.
Il giudice ha il diritto di esplicitare i motivi per i quali chiede l’utilizzazione delle intercettazioni dei parlamentari” Sono le parole dell’avvocato Claudia Bongiorno, che difende Clementina Forleo nell’ambito delle sue altre vicissitudini giudiziarie di Potenza e Brescia. A proposito di queste vicissitudini è opportuno ricordare che a Brescia si indaga sulle “pressioni da ambienti istituzionali” denunciate dalla Forleo mentre lavorava al caso Unipol-Bnl, invece a Potenza, la procura indaga su alcuni episodi molto inquietanti denunciati dalla Forleo.
In rigoroso ordine cronologico successe questo (il periodo è sempre quello delle indagini sulle scalate): il 5 maggio 2005 viene distrutta una villa di campagna dei genitori della Forleo, il 20 giugno 2005 viene incendiato l'intero raccolto di foraggio dell'azienda agricola di famiglia e il 21 luglio 2005 la Forleo riceve una lettera che dice: "Andrai dietro la bara dei tuoi genitori". In tutto questo periodo, i genitori della Forleo ricevono decine di telefonate anonime di minacce. Un mese dopo, Il 28 agosto 2005, I genitori di Clementina Forleo, Gaspare e Stella, muoiono in un incidente stradale.
E qui la Forleo mette in discussione l’inerzia delle investigazioni da parte del pm e del tenente dei carabinieri, che stando ad una tremenda audiocassetta, si sarebbero accordati per querelare la Forleo approfittando della presenza, per turno, del pm Negro anziché del pm Esposito. Per la cronaca, il pm Esposito, pochi giorni fa, si è salvato per miracolo da un grave incidente d’auto.
Al di là di tutte quelle che possono essere coincidenze o congetture sulle quali costruire agghiaccianti teorie cospirazioniste, resta il fatto che quelle intercettazioni a carico dei furbetti del quartierino che parlano con esponenti delle camere esistono e che la domanda per poterle utilizzare è stata inoltrata.
A questo punto la palla è in mano proprio a loro, i parlamentari, che si trovano in una sorta di limbo, sospesi a metà tra la possibilità di autorizzare masochisticamente la propria iscrizione al registro degli indagati, e la non meno imbarazzante ipotesi di negare l’autorizzazione suscitando legittimi sospetti…
Ma in questa fase la palla è stata provvidenzialmente presa in mano dal CSM che pare avere tutta l’intenzione di togliere dall’imbarazzo il parlamento, provando in tutti i modi a svuotare di efficacia la richiesta di permesso inoltrata dalla procura di Milano, rinviando a giudizio la Forleo.

2 commenti:

Peppe ha detto...

Che vergogna! Clementina siamo tutti con te!

G.LUONGO ha detto...

Ottimo Blog...complimenti!!