mercoledì 5 marzo 2008

Il falso in bilancio

Nel diritto penale si ha l'estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo. Il nostro art. 157 c.p. prevede che il tempo necessario per la prescrizione varia a seconda della pena.
Questo è uno dei punti da cui bisogna partire per spiegare come mai i reati finanziari, come il famoso falso in bilancio, sono stati abrogati in modo sostanziale ma non in quello formale.

Spesso si sente il politico di turno affermare che il reato di falso in bilancio è ancora in vigore ma omette di spiegare quali sono le condizioni che sono state introdotte (nel 2002 dal governo Berlusconi) affinché si possa procedere per questa tipologia di reato e che fanno si che sostanzialmente è come se quest'ultimo non sia più in vigore.
Il reato di falso in bilancio si prescrive, secondo le norme del codice civile, in 4 anni (art. 2621 c.c.) e nel caso in cui cagioni un danno al socio o al creditore in 6 anni (art. 2622 c.c.).
Questo tipo di reato prima di queste modifiche si prescriveva in 15 anni!!!
Immaginatevi che, con la macchinosa situazione attuale dovuta alla lentezza dei processi in Italia, tra le indagini, richieste di rogatiorie internazionali ecc, se si dovesse arrivare in Appello è già un miracolo, infatti quasi sempre la prescrizione del reato interviene prima che il processo passi in giudicato. Secondo voi un amministratore non si fa prima due calcoli per decidere se gli conviene rischiare di falsare il bilancio?...per di più se tanto in carcere quasi sicuramente non ci andrà.
Una dubbia condizione di procedibilità introdotta (escluse le società quotate in borsa) che si deve verificare affinché si possa indagare per falso in bilancio è la querela da parte del socio; pensate che se quest'ultimo è il socio di minoranza è molto probabile che non venga mai a sapere dei bilanci gonfiati o truccati poichè probabilmente tutto si svolge a sua insaputa.
L'altro escamotage, che è stato introdotto con il Decr. Legislativo 61/2002, è quello della soglia di punibilità, infatti per essere punibile il falso in bilancio deve determinare una variazione del risultato economico di esercizio superiore al 5% o ci deve essere una variazione del patrimonio netto di superiore all'1%... figuratevi di quanto possono falsare il bilancio senza essere punite le società più "grosse"!!!
E inutile che il politico di turno in tv ci prenda per il culo dicendoci che il falso in bilancio non è stato depenalizzato perché, sebbene formalmente ancora è così, è evidente che, con le modifiche apportate nel 2002, le condizioni che fanno si che chi falsi i bilanci venga punito sono state ridotte all'osso... ossia sostanzialmente si può parlare di depenalizzazione.
Prendiamo come esempio la modifica di un altro reato: l'omicidio...
un giorno, con un decreto legislativo, si aggiungono delle condizioni che devono sussistere affinché si possa procedere per questo reato... quindi oltre aver ucciso, bisogna:
- che la vittima abbia superato i 32 anni
- che un familiare della vittima deve querelare il presunto omicida
- che il familiare querelante abbia la residenza all'estero
Se questo accadesse, forse qualcuno penserebbe che il capo del governo che ha introdotto queste modifiche è pazzo, e che assieme a qualche suo ministro, ha parecchi amici che sono stati accusati di omicidio...

P.s. Per approfondire l'argomento leggete il libro di B.Tinti Toghe Rotte

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per la spiegazione.

Generazione V ha detto...

grazie a te luca...

Anonimo ha detto...

Grazie. Tu eri già tra i blog amici da qualche tempo, da quando ti ho scoperto. Mi sembrava un delitto che un blog come questo avesse così pochi commenti... :S