martedì 28 aprile 2009

Zio Marchionne portaci in America.


Deve navigare proprio in brutte acque l’americana Chrysler se pur di non portare i libri in tribunale si aggrappa come ultima speranza a quella azienda italiana non proprio esempio di eccellenza redditivo/strategica che risponde alla sigla “F I A T”.

A dire il vero la spinta finale per buttarsi nelle mani sicure (?) di Zio Marchionne gliel’ha data Mister Obamaaaa in persona, quando meno di un mese fa sancì tale ultimatum per la casa di Detroit: “O accordo con gli italiani entro un mese o la Chrysler sarà lasciata fallire” (con tutte le conseguenze che comporta per i manager, in America, il fallimento della propria azienda).

Da parte sua Mister Obama promise 6miliardi di dollari come regalo di nozze ai due futuri sposini i quali avrebbero dovuto portare qualcosa in dote l’un l’altro: la tecnologia italiana in cambio del 35% di Chrysler.
Poco prima dello scadere del mese l’accordo è stato raggiunto e anche i sindacati americani hanno accettato il piano che prevede inesorabilmente la perdita di parecchie unità di forza lavoro.
Lungi da noi l’intenzione di sminuire la tecnologia italiana e della FIAT in particolare, ma forse questo matrimonio forzato nasconde qualche altro interesse ben diverso.

L’indebitamento di Chrysler ammonterebbe a 6,9 miliardi di dollari e le banche americane, già con l’acqua alla gola per via della crisi internazionale, non intenderanno certo fare sconti agli italiani, anzi hanno già fatto la voce grossa preventivamente con FIAT. Il rischio è che la casa torinese compia il passo più lungo della gamba, andando ad impossessarsi di una patata bollente ingestibile. La Chrysler infatti potrebbe nascondere al suo interno ulteriori velenose tossine finanziare relative agli altri suoi marchi, provvisoriamente tenute nascoste, che verrebbero a sviluppare tutta la loro tossicità in seno al nuovo ospite: l’italiano tasca-gonfia da spolpare.

Ha già parecchie gatte da pelare in Italia, il buon Sergio, che l’idea di sposare una cadaverica partner americana sulla quale volteggiano da tempo i creditori avvoltoi non lascia del tutto tranquilli.

Infatti nonostante l’accordo resta tutt’ora in piedi l’ipotesi del fallimento pilotato per l’azienda di Detroit e i suoi agguerritissimi creditori, che qualche giorno fa avevano avanzato addirittura la richiesta di acquisire loro il 35% di Chrysler in cambio di una riduzione del debito, hanno già avvisato FIAT chiedendo che si faccia immediatamente carico dell’immissione di liquidità fresca, cash abbondante nutriente e dissetante senza tante storie, anzi possibilmente senza nemmeno FIATare.





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2 commenti:

Alba Kan ha detto...

Secondo una notizia del Wall Street Journal, sembra che la GM apparterrà per il 55% ai sindacati...cioè i lavoratori, dovrebbero fare così TUTTE le fabbriche. Non sono i capitalisti a poter salvare la situazione...in realtà ci dobbiamo salvare proprio da loro...invece ancora si tende a seguire la stella cometa del capitalismo...non è "Melchiorre" o Baldassarre la soluzione!

P.S. Ma non potere scrivere con caratteri più grandi? Ci vuole la lente!
:D

Generazione V ha detto...

un sistema piu bilanciato sarebbe quello misto (diffuso in Germania).
P.s. cambiato il carattere dovrebbe andare meglio ora spero:-)