mercoledì 22 aprile 2009

L'educazione culturale del nulla



Dopo il caso dei fischi a Balotelli tutti si svegliano dal sonno ed iniziano all'improvviso a indignarsi come se il problema fosse sorto dal nulla in modo inaspettato. In questo paese che giorno dopo giorno perde pezzi di valori comuni condivisi e che cade sempre piu nell'oblio del nulla, ci si accorge della gravità delle cose solo quando non se ne può fare a meno.

La prevenzione, in senso lato, in Italia latita da tempo dalle menti dei governati e soprattutto dei governanti, e non parliamo solo di prevenzione dai terremoti, per essere attuali, ma anche di prevenzione e costruzione culturale.
Siamo tutti complici di una società che è malata. Una società che si nutre sempre più di esempi negativi. In tv, maggior organo di controllo ed omologazione della massa, ci propinano sempre più sovente pseudo-personaggi inventati che hanno come contenitori le trasmissioni del nulla, che hanno come sola "utilità" quella di disinformare la massa e che, tra l'altro, in Tv sono quelle piu seguite. Questi personaggi, con i loro contenuti, che dovrebbero essere anche un "modello" da seguire per chi si informa attraverso determinati canali informativi e non ha (o non vuole avere?) i mezzi culturali, sono basati sul vuoto assoluto o su un valore meramente estetico dell'essere e disinteressato, o staccato, dai problemi reali. Nella tv che fa programmi d'approfondimento e di informazione, con pochissime eccezioni, dove non si trattano i problemi veri, il dibattito diventa confusione ed alcuni argomenti sono tabù. Sono la regola del profitto senza filtri e gli interessi diffusi dei controllori che generano ed alimentano l'ignoranza che sta alla base del problema della nostra società.

Circoscrivere con ipocrisia il problema del razzismo solo agli stadi equivale a continuare ad alimentare il problema soffiando sulla fiamma dei minimi comuni denominatori che stanno alla base del fenomeno, ossia l'ignoranza, la superficialità e il pressapochismo all'italiana che in questi ultimi anni sono cresciuti e crescono in maniera esponenziale. Significa, soprattutto, non voler affrontare il problema alla base e capire che questo problema ha le proprie radici nella società e non solo negli stadi.
Certo che i problemi della sicurezza negli stadi, della certezza della pena per chi delinque dentro lo stadio, del maggior controllo e responsabilizzazione dei gruppi organizzati che sono spesso autoreferenziali esistono e vanno tutti risolti. Ma in questa vicenda si va oltre, lo stadio non è altro che lo specchio di una parte della società in cui viviamo, che sta diventanto sempre più intollerante e sta pian piano diffondendo il virus a tutti gli altri.

E quella parte della società per cui le regole morali non esistono o non hanno importanza, è quella parte di società che tollera chi tende a risolvere i propri problemi additando le colpe del proprio disagio al piu debole, meglio ancora se immigrato; è quella parte di società per cui il furbo ha fatto bene e l'onesto è un coglione perchè non ne approfitta; quella parte di società per cui le battute a sfondo razziale se le fa il primo ministro sono solo delle battute(link).

Siamo il paese dove tutto è concesso e tutto passa inosservato; siamo il paese dove si leggono meno libri; siamo il paese dove ci sono più leggi al mondo e non esiste la certezza della pena; siamo il paese in cui il conflitto di interessi non interessa più a nessuno e quasi nessuno sa cosa sia; siamo il paese dove la libertà di stampa si restringe giorno dopo giorno e nessuno, o quasi, si indigna(link); siamo il paese dove quasi tutta l'opposizione ha omologato la propria forma mentis di sintesi a quello della maggioranza; siamo un paese dove abbiamo condannati, tra cui alcuni per reati collegati alla mafia, che sono seduti in parlamento e nessuno si indigna(link); siamo il paese dove la prima società è la Mafia SPA (link); siamo il paese dove un partito che ha la sua ragion d'essere nella discriminazione territoriale, e spesso razziale, vede crescere il proprio consenso (link); siamo un paese che ha la maggior parte dei mezzi di informazione controllati dal potere politico che lo usa per i suoi giochi di potere e non per gli interessi della collettività; siamo un paese dove si fanno i processi di candanna mediatica in tv contro i rom addirittura prima che vengano valutate dal giudice le prove... e gli esempi potrebbero continuare purtroppo.


Chi sono, a quale senso civico collettivo e a chi devono rispondere quelli che hanno fischiato Mario Balotelli?

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