lunedì 20 luglio 2009

Il conflitto degli interessati

Video caricato da TrarcoMavaglio

Il raggiungimento dell’attuale potenza mediatica di Berlusconi è stato agevolato anche dall’appoggio politico, volontario e consenziente, dei “comunisti”.

Quello che potrebbe sembrare un controsenso o un errore concettuale è in realtà ciò che più comunemente viene chiamato baratto. Quando ancora Silvio non programmava di entrare in politica da protagonista, imbastiva floridi rapporti con gli attuali odiati sinistroidi al fine di favorire il successo del suo progetto televisivo.

La pietra miliare è collocata nel 1984: Craxi, con un decreto legge permette alle televisioni di Silvio Berlusconi di continuare la loro attività, aggirando il divieto per le tv locali di trasmettere a livello nazionale. Altro dato cruciale: in quello stesso anno Walter Veltroni è responsabile Comunicazioni di massa del PCI. Attenzione a questo passaggio: il PCI al momento dell’introduzione di tale decreto pro-Silvio si stracciò le vesti ma quando poco tempo dopo, nel febbraio 1985, ci fu la conversione in legge di tale decreto, il PCI garantì il numero legale rinunciando all’ostruzionismo nonostante la scadenza del decreto a poche ore dalla discussione parlamentare.

Perchè? Quale fu il motivo che ammansì a tal punto le posizioni dell’ala rossa? Il Baratto.

Quello che può essere definito lo stadio primordiale del conflitto di interessi era già in atto: le discussioni politiche circa le conseguenze e le opportunità che tale decreto prefigurava fecero venire l’acquolina in bocca al PCI che già pregustava il sapore della proprietà tematica di un canale televisivo a diffusione nazionale, il canale di Rai3.

Silvio fu lasciato libero di ammorbare l’etere con la sua ipnotica filosofia tutt’ora in imperioso e subdolo vigore mentre il PCI occupò la terza frequenza nazionale.

Da quel momento i rapporti tra Silvio e i delegati alle tematiche della comunicazione della sinistra diventarono fitti ed improntati al reciproco rispetto, ma tale rapporto e tale rispetto cominciarono fin da subito ad essere sbilanciati pericolosamente a vantaggio di fininvest.

Il delegato della sinistra era Veltroni e gli archivi testimoniano delle sue prese di posizione quando in favore, quando addirittura in ammirato elogio, di Berlusconi.

Nel 1988 comincia la discussione per il riordino dell’assetto televisivo che culminerà con la promulgazione della legge Mammì del 1990 e resta agli atti un’audizione alla Commissione cultura alla Camera durante la quale Veltroni si rivolge a Berlusconi in questi termini: «Intendo rivolgere a Berlusconi due complimenti sinceri, di stima. Il primo per la sua capacità di imprenditore che è riuscito a "inventare" un settore. Il secondo complimento va alla sua capacità di aver imposto, attraverso un alto grado di egemonia, i tempi della decisione politica in un settore così delicato come quello nel quale opera».

Segue immediatamente la promulgazione della legge Mammì ma il radioso percorso delle televisioni di Silvio continua ad essere facilitato da tutte le altre decisioni adottate praticamente da allora fino ad oggi, sia che al governo ci fosse la sinistra sia che al governo ci fosse, finalmente, a partire dal 1994, lui stesso. Ecco che il cosiddetto conflitto altro non è che un banchetto in cui gli interessati gozzovigliano e cianciano senza che ci si possa più raccapezzare tra chi sia a favore e chi contro (a favore di cosa? contro chi?).

In questo quadro nemmeno la vittoria dell’Ulivo del ‘96 preoccupa minimamente Berlusconi circa il futuro del suo impero mediatico e infatti le leggi Maccanico, i referendum del ‘95 e le più recenti sentenze politiche (in spregio di quelle giuridiche) sul caso Europa 7 gli danno pienamente ragione.

Anche quando Fininvest, a cavallo tra gli anni '90 e 2000, attraversa una grave crisi finanziaria D’Alema ne agevola il traghettamento in Borsa, che concederà ossigeno prezioso all’azienda del biscione, sotto gli occhi vigili dell’allora Presidente della Commissione speciale per il riordino del sistema radiotelevisivo, Giorgio Napolitano.

Ecco uno spunto molto interessante di un articolo di quegli anni, precisamente del 1994 di Repubblica in cui Fedele Confalonieri parla del possibile conflitto d’interessi.

(...) Negli uffici Fininvest si parla comunque sempre meno di "blind trust" (una "fondazione autonoma" cui affidare la gestione di Fininvest per evitare conflitti d'interesse) e di vendite di pezzi Fininvest, ma si guarda molto alla Borsa e si discute d'un possibile "garante esterno" della correttezza dei rapporti tra il Berlusconi presidente del Consiglio e il Berlusconi imprenditore. Cosa succederà davvero? Confalonieri fa il generico: "Noi manager Fininvest abbiamo il dovere di preservare e fare crescere questa società. Tra qualche anno, forse*, finita l'esperienza politica, Berlusconi tornerà a fare l'imprenditore. E dovrà ritrovare il suo gruppo, dovranno ritrovarlo in perfetta efficienza i suoi familiari..."(...) " (link di tutto l’articolo)

(*Peccato che quel “forse” pronunciato 15 anni fa da Confalonieri sia oggi diventato soltanto un “magari” da sospirare un po’ sconfortati)

L'odierna parte politica avversa a Silvio non è scevra da responsabilità storiche per ciò che concerne l'attuale situazione del conflitto d'interessi; come può dunque combatterlo chi ha contribuito a crearlo e chi, nei modi in cui spiega De Lucia, ne ha addirittura beneficiato ?

L’approfondito lavoro di De Lucia fa luce su questi rapporti interessati che hanno fatto la recente storia della comunicazione e della politica in Italia, rapporti interessati che di conflittuale, come si può notare, hanno ben poco.






SEGNALAZIONI DALLA RETE sull'argomento:
.

1] Quando Berlusca finanziava i comunisti (video)
2]
Lo scandalo Europa7 (video)
3]
Violante confessa l'inciucio alla Camera (video)
4]
Alexander Stille su conflitto interessi (video)

3 commenti:

giuseppe scano ha detto...

fra i link cita anche questo http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1084687,00.html

Anonimo ha detto...

hai dimenticato di "giustificare"
l'articolo..ciao

L&A ha detto...

mmm... interessante, io sono di sinistra ma ben vengano questi che fanno un po' di luce su queste storie.