Le leggi-vergogna pare non debbano avere più fine in questa povera Italia. Se molti pensavano che con l’approvazione del Dolo Alfano si mettesse la parola fine sugli interventi salva premier (e sull’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge...) ancora dovevano fare il conto con l’ultimo emendamento al Dl Sicurezza, inserito al nono comma dell’articolo 2-ter della legge di conversione del decreto. Gli strateghi dell’impunità si erano infatti dimenticati di andare incontro alle esigenze del coimputato Mills. E con questo emendamento l’hanno fatto, con quello che già viene chiamato il Patteggiamento allargato.
Vediamo come funziona.
Il patteggiamento è uno strumento che serve per evitare le lungaggini del processo quando un imputato sa di non poter raggiungere l’assoluzione e allora offre alla pubblica accusa di “patteggiare una pena”. Ciò permette al Tribunale di evitare le lungaggini del processo e di porre fine a quel procedimento.
In cambio l’organo giudicante sconta un terzo della pena patteggiata al condannato.
Questa era la ratio della procedura fino a ieri. Ora invece, grazie a questo emendamento, la possibilità di patteggiare la pena, viene protratta fino al giorno prima della emissione della sentenza. Ciò chiaramente stravolge tutto, in quanto non ci sarebbe più il nesso tra la rinuncia al processo e lo sconto della pena. C’è di più. Quando si patteggia manca la motivazione della sentenza, sostituita dal riferimento al patteggiamento stesso. E questo spiega perché sia utile a sua impunità: una sentenza di condanna di Mills avrebbe avuto, come motivazione, il fatto che Mills ha percepito la somma di 600.000 dollari per rendere falsa testimonianza in un procedimento. Se invece Mills patteggerà, Berlusconi non verrà mai nominato nella sentenza. Non è ancora finita. Se Mills patteggerà una pena di 7 anni e mezzo, non andrà neanche in galera. In quanto 2 anni e mezzo gli verranno tolti come il terzo della pena tolta per aver patteggiato; 3 anni gli verranno tolti per l’indulto e fino ai 2 anni si va ai servizi sociali, non in galera. E vissero tutti felici e contenti....
Ora viene la parte più tragica. Se infatti estendete questo ragionamento a tutti i procedimenti in corso, almeno a quelli rientranti nell’indulto (commessi entro il 30 giugno 2002...una data a caso?!) e al massimo in primo grado (anche se scaduti i termini o la domanda era stata già rifiutata), ne viene fuori che questa modifica avrà un effetto ben peggiore della blocca processi. Tutti coloro che prima della sentenza (anziché prima del processo) patteggeranno una pena di 7 anni e mezzo la scamperanno allo stesso modo. Tra i beneficiari ci potranno essere: rapinatori, corruttori, chi ha tentato un omicidio, chi ha commesso reati contro la Pubblica Amministrazione e così via...
Questa gente ha uno strano concetto della sicurezza.
L’unica sicurezza per ora, è quella di farla franca!
....
SEGNALAZIONI DALLA RETE sull'argomento:.
1] Articolo di Travaglio (link)
1 commento:
e l'opposizione Pdina tace come sempre...
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