lunedì 11 febbraio 2008

il Digitale Terrestre e le cavie sardovaldostane


Tra poche settimane in Sardegna e Valle d’Aosta, per poter continuare a godere della televisione italiana sarà indispensabile collegare ad ogni scatola TV un nuovo apparecchio ultratecnologico chiamato “decodificatore di segnale digitale terrestre”.
Ma perché solo in Sardegna e Valle d’Aosta? E’ presto detto.
Il traumatico passaggio dal segnale analogico a quello digitale, elegantemente chiamato “switch off”, che prima o poi interesserà tutta la Penisola, non è cosa facile. Si tratta di adeguare tutta la rete nazionale di trasmissione e soprattutto la capillare rete di ricezione.
Cioè è necessario far modificare a milioni di persone le consolidate abitudini di utilizzo della TV. Insomma una rivoluzione che contempla numerosissimi disguidi e problemi tali che non era certo ipotizzabile, figuriamoci, lanciarla in contemporanea in tutta l’Italia, pena il caos più totale.
“Ed allora che cazzo se fa?” Si devono essere amleticamente domandati i raffinati e molto intelligenti elaboratori di tal diabolico disegno, “Proviamo prima in Sardegna, che son 4 gatti, vediamo i casini che succedono e in base a quello miglioriamo il tutto, cosicché poi lanciamo una cosa già collaudata senza troppi rompimenti di coglioni” Devono aver sentenziato soddisfatti, richiudendo le loro 24 ore piene di fogli bianchi e ritornandosene all’albergo in compagnia di Ramona e Andrea.
Il risultato di quella decisione lo hanno ben sperimentato i poveri abitanti della Sardegna, che due anni fa furono atterriti dalla minaccia di spegnimento del segnale analogico e furono spinti in massa ad acquistare il fantomatico decoder.
Ma la molla che spinse moltissimi sardi ad usufruire del contributo statale per accaparrarsi l’aggeggino elettronico non fu solo quella del timore di rimanere all’improvviso di fronte ad un elettrodomestico inutile, -anche perché tanto non si sarebbe notata molto la differenza- ma no! Anzi, la rèclame fu dolce e persuasiva: “le immagini saranno nitide come mai avete immaginato!” “ La qualità audio sarà eccezionale!” “ il segnale sarà sempre perfetto in ogni condizione di tempo atmosferico!” “Venghino, signori venghino! Vedrete decuplicati i vostri canali tv ed il magico box vi permetterà di interagire via adsl con la pubblica amministrazione e con il mondo intero!!” “Acquista il digitale terrestre! E’ la rivoluzione, e tu, Sardo, sei stato scelto come privilegiato precursore dei tempi!”
Ma ben presto i malcapitati telespettatori isolani scoprirono la realtà:
> box interattivi che di interattivo avevano solo la capacità di ricevere insulti e maledizioni rispondendo seraficamente: “loading” o, ad andare bene: “inserire carta premium”;
> qualità video talmente elevata da costringere imbufaliti capofamiglia ad acquistare inutilmente una caterva di prese scart per cercare di eliminare i fantasmi in trasparenza;
> segnale talmente perfetto che lo stesso aggeggio, tenero robottino incapace di mentire, alla sezione “qualità ricezione” mostrava più colore rosso che alla festa dell’Unità;
> qualità audio talmente eccezionale da mandare in crisi il più paziente dei giobbe alle prese con due telecomandi nell’arduo tentativo di bilanciare il volume della calda voce di Maria de Filippi….
Ma la beffa finale fu che lo switch off slittò a data da destinarsi ed i gasparrici decodificatori furono quasi tutti rinchiusi nel cassetto degli oggetti falliti, a fianco al minidisc ed al porta-uovo alla coque.
Oggi dopo due anni lo spettro dello spegnimento ritorna e stavolta pare inevitabile: altra vagonata di scatolette metalliche acquistate, collegate, accese, caricate e… insultate.



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