martedì 18 dicembre 2007

I princìpi rimangono sulla carta

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° Quali sono le basi su cui si costruisce e si regge uno Stato democratico? °

Si parla spesso di “libera informazione” dimenticandosi che questa è la chiave di volta su cui si basa la democrazia e che è un diritto costituzionalmente garantito; in pochi provano a mettere a fuoco i problemi che derivano dalla carenza di questo diritto, espressione massima della democrazia.

Questa libertà in Italia, infatti, viene perlopiù vista come qualcosa di ormai tacitamente acquisito dal 1948. In realtà in pochi veramente provano ad esaminare in concreto se questo principio viene tuttora sempre rispettato.

Iniziamo ripetendo ad alta voce quello che ci dice la nostra Costituzione nei primi 2 commi dell’art.21:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. [...]

L’importanza che in uno Stato democratico ha la libera informazione è imprescindibile e ciò lo dimostra il fatto che la stampa è stata spesso definita il “quarto potere” per la capacità che i media hanno di influenzare l'opinione pubblica.

Lo sviluppo delle democrazie di tutto il mondo è sempre stato direttamente proporzionale al crescere della libertà di stampa, viceversa dove questa garanzia è stata ridimensionata ed è stata applicata la censura sono nati i regimi totalitari, prendete come esempio negativo la Germania nazista e attualmente la Corea del Nord e Cuba, noti Stati comunisti, (per non rischiare di essere definiti comunisti da chi difende le distorsioni dell’informazione) e come esempio positivo i Paesi del nord Europa.

La Freedom House, autorevole istituto di ricerca americano, ha come obiettivo la promozione della democrazia liberale nel mondo. Freedom House è conosciuta principalmente per i suoi rapporti annuali sul livello di libertà democratiche in ogni paese del mondo.

L’Italia nel 2006 è stata classificata come Paese Parzialmente Libero (partly free) per quanto riguarda la libertà di stampa. Mentre nel 2007 siamo ritornati Paese Libero ma al 61° posto dopo Capo Verde, la Guyana!

Vedere questa differenza in casi limite non è difficile ed infatti la difficoltà nascono nel cogliere le anomalie all’interno di un sistema democratico dove la censura è meno evidente ma non per niente meno efficace.

Non vi sembra strano che in un dato Paese un soggetto che detiene la metà degli organi di informazione possa tranquillamente fare anche gli interessi della collettività? Astrattamente parlando potrebbe anche essere il miglior soggetto che quel Paese ha (non è il nostro caso purtroppo) ma a quel punto, proprio per questo, sarebbe esso stesso per primo a riconoscere che non può gestire in modo indipendente gli interessi di tutti. Nel caso non lo facesse questo si chiama semplicemente conflitto d’interessi.

Ritornando al testo della nostra Costituzione prima esposto, risulta abbastanza facile capire che tutti hanno il diritto di esprimere le loro opinioni ma non tutti hanno i mezzi per poterle diffondere com’è normale che sia…ma è altrettanto normale però che, se il potere risulta accentrato in mano a poche persone queste tendono a farne un uso personale per farne i propri interessi e soprattutto quelli delle lobby di potere ad esso collegate. Figuratevi se queste arrivano addirittura a controllare le reti pubbliche.

Questa è una semplice e normale regola di democrazia che in Italia trova sfaccettature diverse e diverse volte è stato fatta passare come “attacco personale” da chi detiene in modo anomalo proprio quel potere che secondo un principio democratico non potrebbe mai avere.

Ma la cosa forse più inquietante di questo nostro Paese è che chi, quando era all’opposizione, ha tanto sbandierato la difesa di questo principio, al momento in cui ha avuto la possibilità di risolverlo non lo ha fatto…e continua a non farlo facendo finta di farlo.

P.s. Facciamo gli auguri alla preziosa Milena Gabanelli che ieri ha vinto il premio "E giornalismo" ideato da esempi di professionalità giornalistica indipendente come Biagi, Montanelli e Bocca. Quest'ultimo ieri, membro della giuria, ha confessato "La Gabanelli é l'ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare".

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'informazione libera deve essere sviluppata sempre più attraverso la rete...
ormai i poteri forti, da destra a sinistra, sono proprietari di tutte le tv e giornali.