mercoledì 24 settembre 2008

i Parlamentari manderanno in Italia i loro figli a studiare?


Scusandoci per il periodo di inattività, dovuto in parte alle vacanze in parte ad altri problemi, riprendiamo a scrivere in modo (speriamo) regolare!
Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione della nostra amica Julie riguardo i recenti tagli alla scuola:

Da una ricerca dei Cobas (link) dal 2001 al 2007 gli stanziamenti della scuola pubblica sono diminuiti del 68% (da 331 a 108 milioni di euro) mentre i finanziamenti alle scuole paritarie (private), invece, dal 2001 al 2006 sono aumentati di circa 100 milioni di euro (Agesc, Il sole 24 Ore 10 Ottobre 2007).
Non è necessario essere degli intellettuali per comprendere che se un paese in crisi investe nell'educazione dei giovani è a metà del risanamento. Ma probabilmente, noi mortali ragioniamo in modo sbagliato. "Loro", hanno la soluzione a portata di mano.
All'art. 64 della finanziaria del 2008 (Decreto legge 112/2008) vengono poste delle finalità alle quali Mariastella (Gelmini ovviamente, Ministro attuale dell'istruzione) dovrà attenersi nel suo piano di revisione dell'assetto dell'istruzione per "una migliore qualificazione" (?) del servizio scolastico.

Le finalità:

- incrementare di un punto il rapporto alunni/docente: il modello è quello del maestro unico;

- ridurre del 17% il personale ATA, cioè il personale Amministrativo Tecnico e Ausiliario (costituito dai "bidelli" e da chi lavora presso la Segreteria di ciascun plesso);

- accorpamento delle classi di concorso, quindi riduzione delle assunzioni;

- ridefinizione dei curricoli (piani educativi) vigenti nei diversi ordini di scuola;

Il Senato ha aggiunto:

- la possibilità di chiusura o accorpamento di istituti scolastici;

- la possibilità di assolvere al'obbligo di istruzione obbligatoria (fino a 16 anni) tramite i corsi di Istruzione e Formazione professionale così come stabilito dai livelli essenziali dell'istruzione del II ciclo (le superiori) definiti nel 2005 (D.Lgs. 226/2005) da.. chi c'era al governo?

Sempre nel decreto convertito è imposto un risparmio di almeno 1650 milioni nel 2010 e di 3188 milioni nel 2012, il 30% dei quali dovrebbe essere utilizzato (dal 2010) per "valorizzare"lo sviluppo professionale dei docenti. Semprechè non venga emanato un ulteriore decreto all'insegna dell'urgenza e tutto vada per il "meglio".

Nelle nostre scuole l'alunno straniero aumenta sempre di più e la difficoltà per le/gli insegnanti si acuisce. Sarebbe invece necessario aiutare l'integrazione di questi bambini e ragazzi, anche per evitare che, per sostenere varie realtà, si tralasci il percorso degli altri. La soluzione del maestro unico è tra le migliori? Probabilmente nelle scuole private questo problema non si pone, ma non è una grossa consolazione, l'educazione a pagamento!

Curiosità.

Leggo dal Sole 24 Ore del 30 Giugno 2008: "i fondi europei utilizzati dall'Italia in campo scolastico sono serviti a comprare ottomila lavagne interattive (che salvano le schermate mettendole a disposizione in cd-rom, importano animazioni, conoscono il risultato delle prove in tempo reale). Sono state diffuse in Lombardia, Basilicata, Campania, Calabria e, soprattutto, Puglia. Costano 1.400 euro ciascuna (almeno questi soldi provengono dall'Europa e non gravano direttamente sull'erario statale)." Sarà necessario però aggiungere le spese di proiettore, computer e formazione dei docenti. Andrà a buon fine o finiranno in soffitta come con il precedente progetto di Digiscuola?

L'impressione che ne deriva è di una politica scolastica attenta a far quadrare un bilancio che, invece, fa acqua in altri settori e a indebolire, anziché rafforzare, l'educazione delle nuove generazioni, sulle quali bisognerebbe investire a pieno.

Orwell sosteneva che per mantenere il potere era necessario che la maggior parte della popolazione fosse poco intelligente così da evitare rivoluzioni e rovesciamenti di potere. Mi sembra che, nascosto tra una lettera e l'altra, di un comma molto lontano, di un articolo legislativo emanato con urgenza, dietro all'immagine di un Governo super-eroe, purtroppo come obiettivo ci sia pure questo...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho scritto e commentato già in diversi blog: a breve non vi sarà alcuna istruzione pubblica.
O meglio, resterà di facciata, possibilmente in bancarotta ed aiutata da privati con soldi di stato.
Oltre il danno la beffa. L'equiparazione con l'istruzione privata è già in essere, idem "laurea l'esperienza", quella famosa macchinetta dispensa-lauree se sei iscritto ai sindacati.
Adesso abbiamo i tagli strutturali e la perdita del valore legale del titolo di studio, spesso passato in sordina.

Non credo servano altre avvisaglie. O ci sono ancora italiani che non capiscono cosa significhi attaccare alle fondamenta la società partendo proprio dal volano, dal motore e fucina delle nuove generazioni?

L'importante è avere sempre dei buoni esempi.
Sempre peggio...

Rebirth ha detto...

Leggendo l'articolo mi è tornato alla mente un paragrafo letto di recente su un libro che parlava di Licio Gelli e del suo "programma" (Il Tempo della Fine di Sigismondo Panvini). Una delle sue preoccuppazioni più grosse era che in Italia si creasse un numero troppo elevato di laureati che, in un contesto sociale non più in grado di garantire a tutti una soddisfacente occupazione, ad un certo punto cominciasse ad "informarsi" e a raggiungere troppa consapevolezza sui giochi di potere e sulle reali logiche di alcuni centri di potere.
Quindi prioritario era, secondo Gelli, delegittimare, o meglio, svalutare le Università e i corsi di studio, per non lasciare in mano ad una massa crescente di giovani troppi strumenti cognitivi.
Leggendo anche gli altri punti del suo programma e analizzando le politiche attuate in Italia negli ultimi trent'anni e, soprattutto, quelle attuate dall'attuale leader del governo, appare evidente come tutti gli obiettivi del "programma" siano inesorabilmente e pedissequamente realizzati.
Il controllo dei mezzi di comunicazione, per sopire le menti e filtrare l'informazione; il consolidamento dei centri di potere economico che controllano le fonti energetiche, l'industria farmaceutica e la sicurezza; e adesso il controllo e la svalutazione dell'educazione, partendo dalle basi, per garantire un humus sociale su cui far scivolare ogni sorta di nefandezza senza troppi ostacoli!
Scioccante!

Generazione V ha detto...

purtroppo non ce niente da aggiungere a quello che hi scritto nel tuo commento rebirth...visti i risultati semplicemente troppo perfetta la macchina che hanno messo a punto per offuscare le menti

Anonimo ha detto...

ciao

bel blog, ci aggiungiamo tra i link?

Generazione V ha detto...

grazie ermes e complimenti anche a te per il tuo blog...ok per lo scambio link gia fatto. a presto

Anonimo ha detto...

Leggendo il post mi è venuta in mente questa citazione dell' On. Calamandrei (grandissimo giurista) che avevo letto su wikipedia. Leggetelo, è un pensiero brevissimo ma significativo di come fosse presente già negli anni '50 il timore di destabilizzare lo stato, e il giurista appunto spiega quale sarebbero state le tappe fondamentali. Secondo C. il primo passo sarebbe stato il taglio dei finanziamenti alla scuola pubblica con il conseguente decadimento generale del livello culturale del corpo docenti. In un secondo momento si sarebbero finanziate esclusivamente le scuole private legate al partito dominante e farle agire indisturbate.In quale di queste tappe ci troviamo oggi? Pensare che allora poteva essere considerata fantapolitica come lo stesso C. sembra ammettere quando introduce il discorso dicendo "Facciamo l'ipotesi, così astrattamente"... sapesse cosa accade oggi.
Grazie alla redazione di G. V per l'assiduo lavoro di controinformazione.

Un amico

http://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Calamandrei#Citazioni

Generazione V ha detto...

grazie a te per la visita e per la preziosa informazione