giovedì 17 aprile 2008

Dubbi legittimità firme V2-Day: il parere di GenerazioneV

In questi giorni sono in corso molte discussioni sull’eventualità che le firme raccolte per i tre referendum tema del V2 day del 25 aprile possano non essere valide a causa dell’interpretazione della Legge 25 maggio 1970, n. 352 che all’articolo 31 recita: “Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime.”

Per dirimere la faccenda si tratta di dare il giusto nome e la giusta collocazione temporale agli avvenimenti per capire se il problema esiste o no:

1) Quale è la data di convocazione dei comizi elettorali?

2) C’è stata la scadenza di una Camera? Se sì, in che data?

3) Quale è la data in cui è stata depositata la richiesta di referendum?

Rispondiamo a queste tre domande.

1) La data di convocazione dei comizi elettorali è: 6 febbraio 2008 (GU n. 31 del 6-2-2008- Suppl. Ordinario n. 31)

2) Qui c’è il primo dubbio, ma la maggior parte degli esperti propende per il NO: non c’è stata scadenza di una Camera ma scioglimento anticipato. Quindi questo problema non si pone.

3) Il nodo della questione è tutto qui. Bisogna infatti stabilire una volta per tutte cosa si intende per “richiesta di referendum”. Vediamo le due ipotesi principali, partendo dalla prima, la più pessimistica ma meno probabile.

Secondo alcuni per “richiesta di referendum” si intende la firma sul verbale di dichiarazione di proposta di referendum popolare, dichiarazione di proposta che va depositata presso la Cancelleria della Corte Suprema di Cassazione e che rappresenta il primissimo atto necessario ad avviare le pratiche burocratiche per il referendum. Tale dichiarazione è stata depositata da Beppe Grillo in data 22 febbraio 2008. E’ chiaro che se l’interpretazione giusta fosse questa non ci sarebbero più tante discussioni da fare: referendum non valido.

La seconda interpretazione è più ottimistica ma non elimina tutti i dubbi. L’articolo 8 recita: La richiesta di referendum viene effettuata con la firma da parte degli elettori dei fogli di cui all’articolo precedente. Allora studiamo l’articolo precedente per capire cosa intende per “elettori” e per “fogli”. L’articolo precedente (quindi il 7) parla di elettori riferendosi ai 500.000 mila che devono firmare i moduli e per fogli intende i moduli per la raccolta firme già bollati dagli uffici comunali e pronti all’uso. Pertanto l’interpretazione più immediata è che per “richiesta di referendum” si intende il deposito dei moduli con le 500.000 firme segnate. Per cui in questa ipotesi sarebbe sufficiente depositare le firme dopo il 6 agosto. A questo punto però bisogna tenere conto dell’articolo 28 secondo il quale i moduli con le firme vanno depositati entro tre mesi dalla data di vidimazione, stando a ciò, iniziando a contare i mesi a partire dal 25 Aprile, risulterebbe che i moduli andrebbero depositati entro il 25 luglio, quando ancora non sono passati i sei mesi dalla data di convocazione dei comizi elettorali e quindi referendum non validi. Ma… c’è un ma: infatti è proprio lo stesso articolo 28 ad esordire con una frase che lascia intatte le speranze, esso recita Salvo il disposto dell’articolo 31, il deposito presso la cancelleria della Corte di Cassazione di tutti i fogli contenenti le firme e dei certificati elettorali dei sottoscrittori deve essere effettuato entro tre mesi dalla data del timbro apposto sui fogli medesimi” Cioè quel "Salvo il disposto dell’articolo 31" parrebbe suggerire che: in casi normali ci sono tre mesi di tempo per depositare ma nei casi di cui all’articolo 31 no! Purtroppo l’articolo non specifica ulteriormente quali possano essere allora i tempi di deposito nei casi di cui all’art 31 ed è qui che si giocherà tutta la partita, perché noi siamo proprio nel caso dell’art 31.

Nonostante il ben noto principio secondo il quale “la legge per i nemici si applica e per gli amici si interpreta”, GenerazioneV propende per l’ipotesi più ottimistica e sostiene il V2 Day del 25 Aprile.

Gli esperti rispondono sul dubbio legittimità V2-day (AUDIO) :

  1. Intervista a Alessandro Massari - membro del Comitato Nazionale, funzionario del gruppo parlamentare radicale
  2. Intervista a Niccolò Zanon - ordinario di Diritto Costituzionale all'Università Studi di Milano
  3. Intervista ad Alfonso Celotto - Ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Roma Tre
  4. Intervista a Giovanni Guzzetta - presidente del Comitato Promotore dei Referendum Elettorali
  5. Intervista a Tommaso Frosini - docente di diritto costituzionale a Napoli

14 commenti:

Anonimo ha detto...

ottiam iniziativa la metto sul mio blog . a presto giuseppe

prova ha detto...

ovviamente io sostengo il v day e spero quindi che possan esser valide queste firme... anzi il 25 aprile avrò grillo qui a torino, mi sa che scendo a vederlo ;)

Gianluca Pistore ha detto...

ciao, bel blog ed interessante post (che ho linkato nel mio blog) ti volevo proporre uno scambio link. ciao e fammi sapere.

Generazione V ha detto...

ciao gianluca grazie... e ok per lo scambio di link:)

Anonimo ha detto...

Don Andrea Gallo con il V2-Day
http://www.youtube.com/watch?v=zZdZVqbBqCE

Valo ha detto...

Sono un sostenitore di Grillo e del V -Day non possono non validare le firme! non avrebbe senso!

Complimenti per il Blog :D

Ti volevo proporre unos cambio di link! Fammi sapere! Ciao!

www.cambiamotutto.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Citazione dal mio blog (ti arriva il pingback?)
"8. La richiesta di referendum viene effettuata con la firma da parte degli elettori dei fogli di cui all’articolo precedente.

Perciò la 'richiesta di referendum' è la raccolta delle firme, chiuso il discorso"

Anonimo ha detto...

Errata corrige: "non è"
:-)

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Ciao è la prima volta che passo di qua, ti faccio i miei complimenti per il blog.
Anche io sostengo il V-Day attraverso un mio piccolo blog.
Questo post è molto interessante, credo che lo proporrò ai miei visitatori e naturalmente linkerò il tuo intervento.
Infine ti andrebbe uno scambio link o ancora meglio uno scambio banner, fammi sapere, ciao da Raimondo

Anonimo ha detto...

mi pare che i vostri esperti non siano così esperti, visto che non sono entrati nel merito del quesito posto: per quale ragione si parla di referendum? l'iniziativa nota con il nome di v2-day è tesa alla presentazione di una legge di iniziativa popolare, non è un referendum.

anche l'abrogazione della legge "gasparri" rientra in questa fattispecie, visto che una legge si abroga con un'altra legge.

dovrebbe essere già noto, sulla scorta di quanto osservato in occasione della precedente iniziativa, nota come v-day.

cordiali saluti

Anonimo ha detto...

giovedì 3 aprile 2008
Su Malpensa e sul “sistema paese”


Il caso Malpensa è l’esempio chiarissimo su come funzioni il concetto di “sviluppo economico” e “sistema paese” in italia.
Lo scalo lombardo è stato deliberatamente sabotato da Roma capitale fin dalla sua attivazione.
Ricorderete le continue notizie, per lo più ingigantite, sugli incidenti e furti ai bagagli per scoraggiare i viaggiatori. Come se a Fiumicino queste cose non avvenissero. Negati i finanziamenti per i collegamenti stradali e ferroviari veloci con il Piemonte e perfino con Milano.

Se Malpensa avesse ricevuto UN MILLESIMO delle risorse destinate dallo stato per le finte grandi opere del Sud come nella piana di Gioia Tauro, stabilimenti Fiat vari, leggi per Roma Capitale, cassa per il Mezzogiorno, Giubileo e via elencando, sarebbe divenuto il più efficiente aeroporto d’Europa a livello degli scali giapponesi. Per non dimenticare il colossale costo della cosiddetta “lotta alla mafia”, una messa in scena criminosa per celare che a 150 dall’unità “nazionale” il Mezzogiorno non è stato ancora integrato.

Usuale la tattica.
Prima il tricolore ha sabotato ogni opera pubblica a cominciare dalla TAV per collegare Malpensa con il resto della Padania, ostacolando in ogni modo il Corridoio 5. Poi ha fatto enunciare dai suoi STRISCIANTI CAMERIERI come Beppe Grillo che lo scalo è una “cattedrale nel deserto” poiché privo di infrastrutture di collegamento.
L’Alitalia è l’unica compagnia aerea che perde sull’hub lombardo, quindi il problema è la compagnia di bandiera-zombie dello stato-zombie, non l’aeroporto della brughiera.

La verità è singolarmente banale; Roma Capitale non ha voluto che la Padania avesse il suo aeroporto per timore forse che ciò portasse a una qualche forma di secessione.
Ah, SECESSIONE, il vocabolo più temuto lungo le sponde del Tevere. Lo stesso motivo per cui l’Urbe supporta e incoraggia le opposizioni “locali” ad ogni velocizzazione del trasporto passeggeri e merci dalla Padania verso l’Europa.
La questione degli slot è paradossalmente indicativa su cosa si intenda per “liberalizzazioni” in questo paese.
Nello stato in cui non si riescono a espellere neanche i clandestini riottosi si vorrebbe OBBLIGARE, bloccando gli slot a Malpensa, i cittadini del Settentrione ad andare a Roma usando le peggiori ferrovie e le più care autostrade d’Europa. A dispetto di ogni logica di mercato, regolamento europeo, uso del buon senso sulla gestione delle rotte aeree; a dispetto del fatto che Il 70% di tutto il traffico aereo passeggeri ed una percentuale perfino maggiore del traffico merci sia richiesta nel Settentrione. L’unico stato al mondo che vuole ubicare l’hub lontano dalle zone a maggiore richiesta di trasporto via cielo.

L’ Alitalia è la compagnia di bandiera comunale di Roma, preferisce spostare i passeggeri piuttosto che i dipendenti che sono per l’80% ROMANI e probabilmente per il 95% entrati in compagnia dietro raccomandazione come costume diffuso nella “capitale”.
La casta vorrebbe costringere merci e passeggeri ad andare a Fiumicino, nell’aeroporto che qualche anno fa fu giudicato il peggiore d’Europa dopo Atene. Addirittura limitando PER LEGGE non PER MERCATO i voli internazionali dagli aeroporti minori. La nuova legge sul trasporto aereo promossa dal governo Prodi è stata definita testualmente “ridicola” da un portavoce di Ryanair.

Roma capitale vaneggia di “statalismo” e “assistenzialismo” per Malpensa. Non considerati invece “assistenzialismo” i MILIARDI DI EURO REGALATI all’acquedotto pugliese, per il salvataggio del Banco di Napoli e Banca 121, Sicilcassa, e MOLTISSIMI altri casi. E che dire dei 250 milioni di euro recentemente erogati, A FONDO PERDUTO, dall’esecutivo unionista per il SOLO stabilimento Fiat di Termini Imerese in Siclia. Dopo che l’azienda “torinese” aveva stabilito di chiuderlo assieme ad Arese.
A chiudere è stato solo Milano, come al solito.

Prendersela solo con Roma è troppo comodo, tuttavia.
La decadenza di Malpensa è anche colpa dell’ottusa mentalità lombarda che antepone le autostrade alle ferrovie, gli interessi privati ai servizi pubblici.
Quello che i leghisti, in particolare, non capiscono è che in tutto il mondo chi deve prendere l’aereo PREFERISCE raggiungere l’aeroporto sui MEZZI PUBBLICI a non dovere scomodare amici e parenti per farsi dare uno “strappo”. Oppure lasciare l’automobile abbandonata nei parcheggi aeroportuali a rischio intemperie, danneggiamento o furto anche nelle strutture a pagamento, teoricamente sorvegliate.

Malpensa doveva e dovrebbe esere ben collegata SOLO dalle ferrovie e metropolitane. Il Malpensa Express dovrebbe partire anche da Torino, Genova, Bologna, Verona su binari TAV. Sicchè la gente non vuole partire da case 12 ore prima per andare a prendere un volo, scontate le attese tecniche del checkin e altro.
E con BIGLIETTI RIDOTTI. Come succede per le vergognose “promozioni” che i fanatici di Trenitalia smerciano per andare a Roma a o nel Meridione o sulla TAV Roma-Napoli.
Ci vuole così tanto a capirlo?
Evidentemente sì.

Il sistema aeroportuale lombardo sconta la stupidità dei polentoni che per anni non hanno capito che fino dall’inizio il progetto di Roma capitale era QUELLO DI FARE FALLIRE l’hub.
Adesso è troppo tardi. E’ troppo tardi per tutto.
Per Malpensa e per l’Alitalia. In verità per tutta l’italia terminale destinata ad divenire una penisola desolata, un simulacro di stato sviluppato, all’oblio della storia con la esse maiuscola.
L’approdo finale del “sistema paese” discende dal cielo verso l'inferno del terzo mondo.

F. Maurizio Blondet

Anonimo ha detto...

blontet cerca di rispondere al post invece di fare copia e incolla con le tue frasette lunghe e preconfezionate...sei fuori tema

Anonimo ha detto...

vai a guardarti soprattutto le origini di malpensa e tutte le tangenti sul caso del governo craxi...magari scopri che tutto parte dalle origini.
si tratta proprio di quel governo che ha creato il mostro disinformativo italiano dando il la alla nascita del mostro televisivo, che ha monopolizzato tutto, berlusconiano...
xfiles

Anonimo ha detto...

Complimenti per il blog...ho capito finalmente perchè si parla di incostituzionalità del referendum promosso da Grillo...adesso mi è chiaro (purtroppo)....